Oggetto di altissimo livello per veri intenditori. Dotato di una musicalità eccellente e di un ottimo stadio Phono dedicato al giradischi. Alimentazione dedicata in un cabinet a parte.
Macchina in condizioni estetiche eccellenti e perfettamente funzionante. Disponibile per qualsiasi prova o visione.
Dal sito Gammadelta ecco una serie di informazioni sul modello Legend , versione piu’ moderna del Signature , ma molto simile:
SL-1 Legend, il traguardo di progetto perfetto Il Legend è la massima espressione dell’SL-1, oltre la già gloriosa versione Ultimate (non più in catalogo), e la recentissima Renaissance, versione oculatamente downgrade del Legend (vedi intervista con CAT Stevens a seguire). L’impianto circuitale originale è sostanzialmente sempre simile a sé stesso; le sensibili varianti migliorative riguardano lo stadio di alimentazione; lo stadio phono MC incorporato (formidabilmente migliore rispetto ai precedenti); con un paio di aggiunte di carattere operativo, quali un by-pass per installazioni A/V e la regolazione del livello d’uscita. Cosa alla quale Mr Ken “CAT” Stevens assegna molta importanza per il raggiungimento delle massime prestazioni è il diffuso impiego di condensatori Black Gate e delle schede circuitali in Teflon, soluzioni costose, ma efficacissime per spostare più in alto l’indirizzo del paradiso del suono, già sperimentate nei finali CAT. Il resto è storia conosciuta: ingressi e funzioni ridotti all’osso; telaio ultrarobusto ed anti risonanza, reso amagnetico da due potenti magneti posti sul fondo dello chassis; alimentazione fisicamente separata; costruzione totalmente manuale e da manuale, con componentistica che è il frutto di un’esperienza di decenni, selezionata sulla base delle prestazioni soniche assolute e sulle quali non viene accettato nessun tipo di compromesso, anche rinunciando ad allargare la base commerciale.
L’Ascolto del Legend, un mito dalla voce umana Abbiamo avuto l’opportunità di avere a disposizione un esemplare dell’SL-1 Legend, un’invidiabile occasione per tentare di stabilire una quota di merito quasi-obbiettivo mettendo al confronto dei sensi un soggetto audio in odore di santità. Se già l’SL-1 Ultimate ci aveva, soprattutto sul lungo termine e con sessioni d’ascolto ripetute, convinto della sua gloriosa cifra sonico/musicale, il Legend, di conseguenza, ci lascia immaginare una frontiera sin qui inesplorata della qualità sonora. Per avvicinarci alla massima attendibilità delle nostre prime impressioni sull’SL-1 Legend (per poter dire di “conoscere” veramente il carattere acustico di un componente hi-fi bisogna conviverci a lungo termine, sperimentando diverse combinazioni con l’apparecchio perfettamente stabilizzato elettricamente) lo abbiamo associato ad una sorgente doppio telaio Esoteric (P0-5/D-05), ad un paio di finali stereo di grado High-End, sia a stato solido, sia a tubi, quindi a diffusori acustici di differente tipologia (dinamici ed elettrostatici), ma tutti di altissima classe. Un consiglio ai superpatiti: prima di ascoltarlo, evitate di guardarci dentro, potreste rimanere fortemente influenzati al momento dell’ascolto, facendo un veniale torto all’arte della riproduzione sonora. Già solo rimuovendo il top dell’apparecchio si “intuisce” il calibro dell’oggetto che si ha tra le mani. Sembra di aprire uno scrigno medioevale, una sorta di Arca dell’Alleanza nella quale sono custoditi- in questo caso – i misteri ed i segreti del Grande Suono consegnati all’umanità da un dio audiofilo e magnanimo. I due potenziometri del guadagno relativi ai singoli canali sembrano le ruote del luna park del Prater di Vienna, prim’ancora che un assoluto virtuosismo tecnico che tenta di (ri)stabilire (riuscendoci, secondo chi scrive) il primato dell’alta manifattura artigianale nei confronti della più evoluta produzione industrializzata. Il parallelo con Ferrari per le auto o Patek Philippe per gli orologi meccanici viene naturale, ma a differenza di altre volte in cui viene usato a sproposito, il parallelo in questo è massimamente calzante. L’interno è una profusione di “gioielleria elettrotecnica” con i condensatori Black Gate come pezzo forte della collezione. Il fatto che sia un valvolare è quasi banale: è l’esito che conta, non il mezzo con cui si persegue, ma vista l’entità del risultato siamo portati a pensare che questo non riesca a svincolarsi completamente dalla tecnologia adottata. Via via, basta con il feticismo audiophile e passiamo all’ascolto. La selezione dei CD è molto accurata, con registrazioni considerate tecnicamente affidabili e con musica classica ed acustica, più indicativa per individuare con una relativa rapidità e certezza il livello prestazionale. L’ordinaria descrizione di una sessione d’ascolto parte con una sequenza di impressioni suddivise per parametri: scena acustica, veridicità ed equilibrio tonali, dinamica, dettaglio e via discorrendo. In questo caso rimane molto difficile – a meno di non allineare tutti i “cursori” dei succitati parametri sul massimo di una insignificante prova di sensazionalismo – riempire le singole caselle con una cifra od un attributo. La presenza del CAT SL-1 Legend in buono o buonissimo sistema audio (secondo chi scrive, il Legend può dare il suo incommensurabile contributo anche in catene con partners “gregari”, realizzando ottimi esiti) è la somma sinergica di tutte le valenze di cui sopra, più una particolare, propria di pochissimi soggetti audio che, a prescindere dal prezzo e della tipologia, hanno fatto la storia e la letteratura dell’Audio: la magia! Lo spessore armonico e prospettico sviluppato dal Legend è il massimo dell’illusione udibile, con coordinate spaziali pressoché totalmente correlabili con la fisica dell’evento musicale reale. In questo solco c’è da aggiungere il dettaglio e la tridimensionalità dello stesso, con strumenti e voci perfettamente scanditi nella prospettiva acustica del quadro sonoro. Colpisce la grandissima, formidabile naturalezza dell’emissione (la magia!) che, anche a livelli di pressione acustica elevati, non distoglie o appesantisce l’ascolto. Le dinamiche intrinseche dei pezzi musicali sono di entità “fisiologica”, senza strappi e manifestazioni di “bullismo” energetico. Con generi semi-elettrificati (jazz o pop leggero) il coinvolgimento diventa patologia e non si riesce più a lasciare la sala d’ascolto; attingendo alla discografia presente senza soluzione di continuità, con il pavimento della sala ormai moquettato di CD.
Conclusioni Potremmo proseguire sulle ali dell’entusiasmo, perché questa è la prima reazione che il Legend provoca, ma sarebbe stucchevole agiografia. Per concludere nel residuo spazio che ci resta, il Legend non ricrea fedelmente un evento musicale con tutti i crismi della fedeltà; è l’evento musicale tout-court per intensità partecipativa ed aderenza all’originale.
L’intervista Ken “CAT” Stevens
Il preamplificatore SL-1, è frutto del talento progettuale di Ken Stevens, titolare della CAT, Convergent Audio Technology, marchio “esoterico” per eccellenza, conosciuto ed apprezzato negli ambienti cenacolari dell’audio High-End, dove si è costruito un’invidiabilissima reputazione, prossima al mito. In oltre venti anni di vita, il fisicamente austero SL-1 ha visto sfilare davanti a sé re per una notte o per una stagione, falsi miti e veri bluff. Talvolta anche grandi nomi con grandi prodotti, qualcuno dei quali ha ancora un’ottima valutazione nel mercato vintage, ma il CAT SL-1 è ancora lì, da sempre, sempre migliore, sempre fedele a sé stesso e alla cultura del tempo che lo ha partorito. Una cultura, quella degli anni ’80, sinceramente ed entusiasticamente orientata alla ricerca della Qualità con la “Q” maiuscola, che distingue e sollecita gli individui di talento a cercare e produrre cose migliori per sé stessi e per gli altri, senza i pressanti e mortificanti condizionamenti di oggi, assediati dalla Globalizzazione, dall’Usa & Getta, dal PrimoPrezzo, dal consumismo spersonalizzante e deprimente. Oggi Mr. Stevens, con prodotti che non vedono fine al proprio processo di affinamento verso la perfezione, combatte proprio questa battaglia. Combatte con un’arma deliziosa, miele per le orecchie e melodia per l’anima.
Gammadelta: Mr Stevens, che effetto le fa essere considerato, da molti appassionati, il “padre” di quello che viene quasi unanimemente ritenuto il migliore preamplificatore al mondo? Ken Stevens: Sono molto grato a tutti coloro che amano i nostri prodotti e sono tanti veramente. Gammadelta: Cosa mette dentro ad una scatola metallica per fare il pre più musicale mai ascoltato? Ken Stevens: Passione.
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