Rappresenta un buon affare, è stato costruito con pochi compromessi
in Giappone con buoni componenti. E' robusto quanto una corazzata,
pesa ben 20 kg. e l'interno è spettacolare come potete notare dalle
foto.
Ha una potenza di 90 watt per canale ad 8 ohm, ingresso phono
MM/MC, telecomando.
Per quanto riguarda il suono ci rifacciamo a quanto pubblicato da Audio
Review nel 2016: "Positive le prime impressioni d’uso e da
segnalare la buona qualità dell’ingresso Phono, timbricamente morbido,
musicale e appena vellutato e la possibilità d’intervenire sull’equilibrio
sonoro con i controlli di tono (escludibili per i più timorosi). Molto
esuberante la potenza che evidememente consente al PM 16 di
districarsi con la maggior parte dei diffusori spingendo a dovere anche
con i generi musicali più dinamici. Per chi dovesse sononzzare un vasto
ambiente d’ascolto un amplificatore di questa stazza è quasi
indispensabile. Al di là di ogni considerazione quantitativa, bisogna
sempre ricordare che una generosa potenza permette di restituire non
solo il volume sonoro ma anche il respiro e la massa di una grande
formazione orchestrale, così come di spremere a fondo quei piccoli
sistemi di rango che in altre condizioni rischierebbero di apparire un
poco «anemici».
Alcuni grandi amplificatori integrati provati in passato sembrano voler
rinunciare a parte della potenza in favore di una musicalità
particolarmente spinta ed un’impostazione timbrica morbida e
accattivante. Il carattere sonoro del Marantz appare invece fresco e
deciso, con una dose di energia che in porte dipende dalla potenza ed
in parte da una buona velocità di risposta ai segnali transitori
attraverso i quali la vivacità del programma musicale è garantita.
Grande solidità della gamma bassa e presenza evidente dell’estremo
acuto, sempre molto dettagliato e finemente trasparente. Nell’insieme
la riproduzione appare corretta ed omogenea, ma le tinte che vengono
in mente nel descriverne la personalità sono chiare e decise, e non
regalano indulgenza alcuna ai momenti più intensi e meno eufonici di
alcune partiture orchestrali. Si tratta di un’interpretazione che tende ad
avvicinare gli esecutori al punto di ascolto pur nel rispetto degli
equilibri relativi , capace di estrarre un’ampia mole di informazioni dal
software.
In un’incisione di assoluto riferimento come quella dei «Concerti per
molti Strumenti» di Vivaldi (CD Pierre Verany), i numerosi solisti si
materializzano entro lo spazio della Academy, ciascuno perfettamente
identificato dalla propria peculiarità timbrica. Il colore «grezzo» degli
strumenti antichi ed in particolare degli «chalumeaux», antenati dei
clarinetti dal timbro pieno e sensuale, accentua il contrasto voluto
dall’autore con il gruppo degli archi, e le ampie dinamiche presenti
servono o tenere a mente che la musica barocca non mancava certo di
energia.
Persino una raffinatezza tardo-settecentesca come il «Concerto n. 21
per pianoforte e orchestra» di Mozart (lstomin/Schwarz con la Seattle
Symphony in un CD HDCD della attivissima Reference Recording)
appare in tutto lo splendore di una grandissima incisione. Pianoforte
grande, solido e fortemente sensibile alle sfumature del tocco ed agli
accenti, corpo orchestrale elaborato ed avvolgente con dei primi violini
forse appena troppa esili ma di nobile fraseggio, buona la corposità e
consistenza della gamma mediobassa. Immagine sonora non esigua,
ed anzi ben rappresentata anche nel senso dello profondità.
Dinamicamente più impegnativo il pianoforte suonato da Nojima
sempre per la Reference Recording (Liszt «Sonata in si») , un vero tour
de force che mostra i limiti fisici di un grande Steinway. Qui le doti
dinamiche del nostro Marantz appaiono davvero vincenti, e l’impatto
dello strumento è ai massimi livelli. Estremamente dettagliata e
trasparente la parte centrale della tastiera, che al di là degli atletismi
dell’esecutore (capace di far tremare le pareti) resta nevralgica per la
comprensione musicale del brano.
Timbricamente più docile il comportamento con l’ormai immancabile LP
della Originai Master Recording con il rauco sax di Ston Getz e lo voce
di Gilberto Gil. «The Giri from Ipanema», inciso tonti anni fa in un anno
glorioso, non mostra mai di affaticare. Come forse saprete io non amo
l’archeologia discografica, ma qui non posso non restare affascinato
dalla tangibile presenza degli esecutori e da quella morbida pienezza in
gamma media e bassa che allontana ogni fatica d’ascolto.
E' un puledro di razza questo Marantz PM 16, in grado di dare qualche
energico scossone anche agli ascoltatori più distratti e comunque
musicalmente ed emotivamente molto generoso, soprattutto
prendendo in considerazione l’abbinamento con validi diffusori dal
timbro caldo, con i quali potrà dawero sorprendervi.
La recensione di Audio Review si concludeva così: Il Marantz PM-16
appartiene a quella sparuta genia di componenti in grado di conciliare
nel modo migliore la tradizione progettuale occidentale con le capacità
ingegneristiche del sollevante, le sole che consentono oggi di realizzare
un componente di questa levatura in quantità tali da presentarsi sul
mercato ad un prezzo tale da non spaventare la maggioranza degli
audiofili.
In ottimo stato, con telecomando.
Potenza in uscita: 90 watt per canale su 8Ω (stereo)
Risposta in frequenza: da 5 Hz a 70 kHz
Distorsione armonica totale: 0,008%
Fattore di smorzamento: 160
Sensibilità di ingresso: 0,2 mV (MC), 2,5 mV (MM), 150 mV (linea)
Rapporto segnale/rumore: 76 dB (MC), 90 dB (MM), 111 dB (linea)
Dimensioni: 458 x 167 x 474 mm
Peso: 20 kg